sabato 27 ottobre 2007

DKM Prinz Eugen


Il DKM Prinz Eugen era un incrociatore pesante classe Hipper, oltre questa nave, la classe era completata dal Blucher. Il nome della nave veniva dal Principe Eugenio di Savoia, rilevante è notare che nella Regia Marina, contemporanemante, operava l'incrociatore leggere Eugenio di Savoia (classe omonima).
Il Prinz Eugen viene impostato nei cantieri navali della Krupp (Kiel) il 23 aprile 1936 e viene varato il 22 agosto 1938. Entra in servizio il 1 agosto 1940.

CARATTERISTICHE:



Il DKM PRinz Eugen aveva un dislocamento di 14.475 t in carico normale, mentre a pieno carico 18.400 t. Era lungo 210 m e largo alla sezione maestra 21,9 m, mentre il pescaggio arrivava a 7,9 m. L'apparato propulsore della nave era formato da turbine Brown Boveri ad ingranaggi su tre assi che esercitavano una potenza di 132.000 HP, permetteva al Prinz Eugen di arrivare ad una velocità di 33,4 nodi. L'autonomia era di 7.200 miglia marine mantenendosi ad una velocità di 20 nodi.
L'armamento era composto da:
  • 8 SK (SchiffKanone) da 20.3 cm (4 torri binate)
  • 12 SK 10.5 cm in impianti binati
  • 12 FlaK (FlugzeugabwehrKanone) 3.7 cm
  • 12 FlaK 2 cm
  • 12 lanciasiluri 533 mm
La nave inoltre era equipaggiata con due catapulte per lancio di due aerei Arado AR 196.
La corazzatura, invece, nella protezione verticale era di 70-80 mm, nel ponte corazzato era di 12-50 mm ed alle torri di 70-105 mm.

STORIA:
Il Prinz Eugene ha partecipato all'operazione Rheinubung (Esercitazione nel Reno), nel maggio 1941 in cui accompagnò la Bismarck, orgoglio della Kriegsmarine, nell'Oceano Atlantico passando per lo Stretto di Danimarca. Durante l'operazione non venne colpita dalle bordate dell'Hood e della Prince of Wales e dovette lasciare al suo destino la sua ammiraglia prima di incontrare la Forza H della Royal Navy e così non incontrando la sorte della Bismarck. Raggiunse invece Brest il 1 giugno 1941.
Ma il porto dove si trovava era uno dei principali bersagli della RAF, che riuscì a danneggiarle le strutture ed a causarle perdite fra l'equipaggio. Così l'OKM decise di spostare i due incrociatori da battaglia e l'incrociatore pesante presenti a Brest (Gneisenau, Scharnorst e Prinz Eugen) con l'Operazione Cerberus che il 12 febbraio 1942 che portò alla forzatura della Manica grazie anche alla copertura aerea garantita dalla Luftwaffe.
Il Prinze Eugen venne silurato da un sottomarino britannico nel Mare del Nord e rientrò a Kiel per riparazioni e non ne uscì fino al febbraio 1943.
In seguita il Prinz Eugene venne impiegato in operazioni sul Baltico per attacco dei convogli, o per trasportare truppe egli stesso. Nell'ottobre 1944 entrò in collisione con l'incrociatore leggero Leipzig e fu costretto a rientrare a Gotenhafen. Dopo aver subito le oppurtune riparazioni lasciò definitivamente il suo porto con l'ultimo carico di profughi e sfollati per entrare a Copenaghen dove rimase bloccato per la mancanza di nafta.
Il comandante Rienicke ammainò la bandiera della Kriegsmarine ed attese l'arrivo degli alleati. Come ultima nave maggiore tedesca era un bottino molto ambito e gli Stati Uniti la acquisirono spuntandola sugli altri pretendenti. Fu utilizzata per i test nucleari. Le esplosioni aeree dell'ordigno non le arrecarono danni, limitandosi a scorticarle solo la verniciatura, mentre le esplosioni sottomarine le deformarono lo scafo causando il suo affondamento il 22 dicembre 1947. A mio parere una fine non meritata da una nave tanto gloriosa.

GALLERIA FOTOGRAFICA:

Prinz Eugene in navigazione nel Canale di Danimarca.


Bellissima foto a colori del DKM Prinz Eugen fatta da prora.


Prinz Eugen durante l'operazione Cerberus, con le batterie prodiere puntate.


Il Prinz Eugen mentre attraversa il canale di Panama.


Memoriale del Prinz Eugen, in cui una delle eliche in bronzo dell'incrociatore è a testimoniare l'equipaggio della gloriosa nave e le sue imprese.







giovedì 18 ottobre 2007

RN Roma


La nave da battaglia Roma fu una nave della Regia Marina, la terza unità della classe Littorio e rappresentò il meglio della produzione navale bellica della seconda guerra mondiale.
Venne progettata dal Generale Ispettore del Genio Navale Umberto Pugliese, questa classe di navi rappresentò uno dei primi esempi di unità con tonnellaggio superiore alle 35.000 tonnellate di dislocamento, limite imposto dal Trattato navale di Washington in vigore all'epoca della progettazione e costruzione dell'unità, ma che venne superato di oltre il 15% per la sua realizzazione, cosa successa anche con la classe Zara di incrociatori.
Venne impostata nei cantieri navali CRDA Trieste nel 1938 e venne varata il 9 giugno 1940 ed il suo completamento avvenne il 14 giugno 1942.
Il dislocamento standard della RN (Regia Nave) Roma era di 44.050 tonnellate, mentre a pieno carico era di 46.215. La lunghezza era di 240,7 mt, la larghezza di 32,9 mt e l'immersione di 10,5 mt. Gli apparati propulsori erano composti fa 8 caldaie alla nafta, 4 gruppi turboriduttori e 4 eliche, le caldaier riuscivano a sviluppare una potenza di 140.000 HP e la velocità massima prodotta dal gruppo di turboriduttori e eliche era di 30 nodi. La capacità delle cisterne di nafta era di 4.000 tonnellate che quindi potevano darle una autonomia di 3.920 miglia a 20 nodi. Come dissero molti dell'epoca resistette di più dalla Hood, di cui abbiamo parlato nel precedente post, ciò è dato anche dal corazzamento che era costituito da:
  • Verticale : 350 mm.
  • Orizzontale : 207 mm.
  • Artiglierie : 350 mm.
  • Torrione : 260 mm.
L'armamento principale era composta da:
  • 9 cannoni da 381/50 mm modello 1934 (in tre torri trinate)
  • 12 cannoni da 152/55 mm (in quattro torri trinate)
  • 4 cannoni da 120/40 mm illuminanti (in 4 installazioni singlole)
  • 12 cannoni AA da 90/50 mm modello 1939 (in 12 torri singole)
Mentre l'armamento anti-aereo:
  • 20 mitragliere AA da 37/54 mm (in 10 installazioni binate)
  • 14 mitragliare AA da 20mm (in 7 installazioni binate)
LA FINE:
La Roma salpò dalla Spezia il 9 settembre 1943 per raggiungere il porto di Malta, secondo gli accordi dell'armistizio,in compagnia dell'Italia, ex-Littorio, della Vittorio Veneto e con una squadra di incrociatori. Durante la giornata aerei tedesci, forse Ju-88, provarono senza successo ad attaccare la formazione italiana. Ma la fine della Roma era prossima. Poco dopo la flotta venne attaccata da aerei modello Dornier Do-217 che sganciarono "oggetti" dalla forma affusolata. Erano le nuove bombe volanti Fx-1400 all'epoca pressocchè sconosciute che vennero istantaneamente identificati dai marinai ma che non riuscirono a bloccarle con l'unico mezzo possibile, tramite disturbi radio. La prima ad essere centrata fu l'Italia, che resse il colpo e rimase in formazione. Due bombe invece colpirono la Roma. La prima centrò il fumaiolo ed esplose in profondità nello scafo, senza effetti visibili sul ponte, invece la seconda colpì il torrione facendo poi, dopo aver ucciso gli ufficiali dello Stato Maggiore in plancia, compreso l'Ammiraglio Bergamini, esplodere le santebarbare delle torri trinate. Quando esplose la prima bomba all'interno della nave per un pò di tempo non accadde nulla, ma quando le fiammate raggiunsero i depositi munizioni e le caldaie l'esplosione fu così potente che deformò il torrione di comando. La nave extrema ratio delle risorse della Regia Marina si spezzò in due tronconi ed affondò, paradossalmente, per causa degli alleati di 48 ore prima.

GALLERIA FOTOGRAFICA:

Varo il 9 giugno 1940.


Approntamento finale ai cantieri CRDA Trieste il 14 giugno 194

Roma alla fonda al porto di La Spezia, poche ora prima della partenza verso Malta.

Immagine vivida che ritrae la RN Roma durante la fatale esplosione.

POESIE:
Sulla Roma, in particolare sul suo affondamento, è stata scritta una poesia che a mio parere è molto bella e trasmette le emozioni di coloro che devono aver visto affondare l'orgoglio della flotta italiana davanti ai loro occhi.

Scafo possente dal vetusto nome,
tolda ferrigna irta di cannoni,
il fuoco che li fece ti disfece…

il mar che tu domasti
ti sommerse,
come festuca priva d’ogni vita.

Venne dal ciel
l’insidia, non domata,
e fu la fine:
un pauroso gorgo tutto travolse, al fondo.

Uomini e cose.
E poi la notte venne e tutto tacque:
sola s’udì salire una gran voce…

che l’onda propagò per tutti i mari:
voce di Morti,
dall’abisso fondo,
monito al Mondo:


ROMA… mai tramonta.


(testo estratto da Rivista Marittima e Sito web Marina Militare)








giovedì 11 ottobre 2007

"La potente Hood"


L' HMS Hood, fu uno degli incrociatori da battaglia della Royal Navy. Fu una delle quattro navi classe Admiral su cui vennero stanziati i fondi per l'Emergency War Programme, nella metà del 1916. La sua costruzione ebbe inizio il 1° Settembre 1916 nei cantieri navali "John Brown & Company" di Clydebank, in Scozia, per rimpiazzare le perdite subite nella battaglia della Jutland, dove molte navi vennero affondate da salve molto precise delle batterie tedesche che centrarono i ponti superiori, generalmente non corazzati dai progettisti inglesi. Malgrado fosse stata progettata per resistere a colpi di grosso calibro, la protezione orizzontale rimase molto carente, poichè gli ingaggi a lunga distanza erano inconsueti per l'epoca in cui venne concepita: errore che costò caro alla Royal Navy.
Il varo avvenne alla presenza della vedova dell'ammiraglio Horace Hood, il 22 agosto 1918. Entrò ufficialmente in servizio il 20 maggio 1920.


L'Hood dislocava a pieno carico 47.600 tonnellate e la velocità che riusciva a raggiungere era di 31 nodi, diminuiti in seguito fino a 29. Il 33% della dislocamento era dedicato alla corazzatura, piuttosto alto nella Navy. La cintura corazzata principale era spessa 305 mm, mentre quella media 178 mm e quella alta 127. La corazzatura dei ponti misurava:
  • 44 - 51 mm al castello di prua
  • 51 mm al ponte superiore presso i magazzini, 19 mm nelle altre parti
  • 76 mm al ponte principale presso i magazzini, 25 mm nelle altre parti
  • 76 mm al ponte inferiore presso i serbatoi, 51 o 25 nelle altre parti
L'armamento principale risultava essere nel 1941:
  • 8 pezzi da 381 mm montati a coppie sulle quattro torri con una gittata massima di circa 27 km
  • 7 impianti binati di pezzi da 102 mm
  • 3 batterie da 8 pezzi di Pom pom da 40 mm
  • 4 tubi subacquei lancia-siluri da 533 mm
Invece l'armamento anti-aereo, rinnovato poco prima di partire per affrontare la sua fatale avversaria, la "Bismarck", era composto da:
  • 5 batterie da 4 pezzi da 12,7 mm
  • 5 batterie da 20 tubi per il lancio di UP (Unrotated Projectile), una sorta di razzo contenente una carica agganciata ad un paracadute.
L'Hood inoltre imbarcava un gran numero di motoscafi ed un ricognitore.


La fine de "La potente Hood", come era chiamata affettuosamente dagli inglesi, fu l'epilogo di una carriera gloriosa. Durante la caccia per affondare la Bismarck, seguita direttamente dal Primo Ministro inglese Winston Churchill, finì per essere affondata con un colpo alla santabarbara. Proprio la protezione orizzontale che era stata sottovalutata nel suo progetto, causò la fine della nave che aveva fatto sognare due generazioni di ufficiali.

GALLERIA FOTOGRAFICA:



Un dipinto dell'epoca che ritrae l'HMS Hood alla partenza per la sua prima missione.




Una foto dell'Hood ancorato a Scapa Flow, dalla torre X della King George V, ammiraglia della Royal Navy.


L'Hood attraccata a Portsmouth, quando era alla fonda, quasi sempre, la nave si trasformava in un museo.


Foto scattata dal Prinz Eugen alla Bismarck durante il "duello" con l'Hood.


Drammatica immagine scattata dal Prinz Eugene che ritrae l'Hood "agonizzante" sul lato destro.


Film e libri correlati:
"Caccia alla Bismarck", un libro di Ludovic Kennedy.
"Affondate la Bismarck", film del 1960, con Kenneth More, regia di Lewis Gilbert.